novembre 21, 2021

MEGLIO essere un lettore "COMUNE" o un lettore COLTO?

 


Mi è capitato svariate volte di scoprire che molte persone non conoscono i grandi autori contemporanei. E non parlo di "pauci" lettori (ricavo il termine dalla covid-novela: pauci sintomatici...). A volte sono persone che leggono i loro bravi 20 libri all'anno. Cioè sono quelli che lo statistico chiama "lettori forti".

Per intenderci. Mi riferisco ad autori come il tedesco Sebald, il francese Houellebecq, gli americani Vollmann, Vonnegut, Franzen, il russo francesizzato Volodine. Etc etc.

Quelli che ho elencato, non sono neanche gli autori più "recenti". Fra di loro non ci sono premi Nobel freschi di alloro come Gurnah, Gluck, Handke, Tokarczuk, Ishiguro. L'area di appartenenza inoltre è quella tradizionale: europea ed americana.

Confesso la mia ignoranza. I premi Nobel che ho citato sopra io non li nemmanco sfiorati. E non ho neanche mai letto, per restare in Italia, W. Siti o Mari. Moresco l'ho solo assaggiato. Fra gli italiani l'ultimo che ho letto è (vado a memoria) Vassalli, che peraltro è un premio Strega anche lui. Vassalli è morto di recente (2015). Ma il suo romanzo più noto (La chimera) è del 1990. Dunque non sono un lettore "à pa page". Ciononostante mi considero un lettore "colto". 

Riflettendo su queste tre categorie di lettori (il naive, il colto, il lettore à la page), mi è balzata davanti agli occhi l'incisione di G. Dorè che rappresenta il canto 31 del Paradiso di Dante.



Come vedete ci sono 2/3 anelli concentrici che NON comunicano fra di loro.

Ecco, i tre lettori di cui ho parlato, forse, più che non comunicare fra di loro, diciamo che arrivano alla lettura procedendo per vie diverse. 

Tiro a indovinare: il lettore colto si fa ispirare da testi di critica letteraria (come ad esempio, banalmente, Walter Pedullà racconta il novecento, BUR 2013) e sceglie il romanziere. Il lettore naive si fa cosigliare dal libraio o dall'amico o dalla cronaca (il fatto di aver vinto il premo Strega, ad esempio) e scegli il romanzo. Il lettore a la page è  attivissimo sui social, sa quanto è necessario sapere, è informato su tutto ciò che avviene nel sacro recinto delle lettere. Il lettore à la page sceglie tutto e non sceglie niente..

Mi rendo conto che le mie sono pennellate assolutamente superficiali. La sociologia della letteratura è un'altra cosa. Ma dite la verità: quando mai si raccontano queste cose? Il massimo che si dice è: la gente non legge più, la gente legge quello che il "mercato" gli dice di leggere (per esempio Fabio Volo). Sono notazioni assolutamente insufficienti. Che non spiegano come mai esistono i cerchi concentrici di cui ho parlato più sopra.

Se poi capita, come a me, di scavalcare la barriera di vuoto che separa i tre cerchi e mi metto a dialogare con qualcuno che viaggia su un altro binario, allora la sensazione di appartenere a "universi paralleli" diventa ancora più forte.

In genere il lettore naive pridilige una letteratura facile (che io, snob, non considero neanche letteratura), mentre il lettore à la page, pur leggendo tutto, ha in testa una graduatoria settaria della letteratura. Ne conosco alcuni, con cui ho rotto per il loro fanatismo.  Proustiani fino al midollo. Secondo loro dopo Marcel non è cresciuto più un filo d'erba nel mondo letterario. 




P.S Una cara amica, leggendo questo post mi ha elencato i criteri con cui sceglie un romanzo: l'argomento (o la trama), la copertina, la presentazione in TV. Questo ribadisce quanto detto sopra: il lettore naive (senza offesa beninteso) sceglie per lo più il prodotto, non l'autore del prodotto. Quanto all'autore, non sa a priori come collocarlo nel panorama letterario. Diciamo che il termine stesso di panorama letterario non gli appartiene. Il suo merito: è sicuramente meno "scolastico" del lettore colto, meno "succube" dei critici. In compenso è "in balia" del marketing, scegli in base alla eco che un romanzo ha sui media. Non possiede coordinate. Per questo tipo di lettore la letteratura è un mare aperto, senza confini, senza rotte, dove navigare significa lasciarsi andare al vento che soffia di momento in momento.




Nessun commento:

Posta un commento