Cos'hanno in comune?
Teresa Carpinteri, Maria Rosa Cutrufelli, Livia De Stefani, Laura di Falco, Silvana Grasso, Silvana La Spina, Dacia Maraini.
Sono tutte siciliane. E sono tutte donne.
Può bastare? Evidentemente sì. O almeno, è
bastato a Donatella La Monaca, giovane ricercatrice palermitana autrice di Scrittrici siciliane del Novecento (Flaccovio 2008).
Un libro utile per chi non è
siciliano e non conserva il ricordo di alcune di queste autrici, sulle quali è ormai calato il silenzio.
Un libro utilissimo soprattutto per tutti
coloro a cui a un certo punto prende il buzzo di andare
a vedere se per caso essere un'AUTRICE significa qualcosa di diverso dall'essere un autore.
Peccato solo che la nostra ricercatrice
abbia precipitato le cose. Poteva fare un libro migliore.
Nel saggio manca uno straccio di bibliografia. Per cui chi non conosce le
autrici non è neanche in grado di capire se siano state solo delle stelle
filanti nel firmamento letterario italiano o qualcuno fra i critici altolocati
le abbia prese sul serio, sudando sulle loro pagine e sdoganandole dalla pura
cronaca.
Ma oltre a quelli su elencati, altri
significativi tratti accomunano le 6 autrici, suggerendo di rimbalzo, come
vedremo, qualche interessante riflessione sul nostro sistema letterario.
Cominciamo ad elencarli, scusandoci in
anticipo se qualcuno troverà un po' pedante questa ricognizione preliminare.
Oltre ad essere siciliane e donne, sono
state tutte prolifiche autrici di successo, nel senso che hanno pubblicato ad
abundantiam, si sono piazzate in svariati concorsi letterari e a volte sono
state pluritradotte.
Silvana La Spina, che è una delle più giovani (potremmo dire che è figlia di questo tempo), nel suo paniere ha un premio
Mondello, un premio Chiara, un premio Viareggio (finalista), un Grinzane
Cavour, un premio Vittorini. I romanzi che ha scritto ad oggi, a partire dal 1987, sono undici. Pubblica con Bompiani e con Mondadori. Ha un suo blog.
Silvana Grasso, meno giovane (n.1952) anche lei ha collezionato un Mondello, due
Grinzane Cavour, un Vittorini. I romanzi che ha scritto, a partire dal 1994, sono dieci. Pubblica con Einaudi e Rizzoli.
Maria Rosa Cutrufelli (n. 1946) è stata finalista al premio Strega e al premio Volponi e dal
1990 ha scritto sette romanzi. Ma la sua produzione letteraria è molto più vasta. Pubblica con Frassinelli, Mondadori, Longanesi, Marco Tropea etc.
Dacia Maraini (nata 1936) la più nota, appartiene già ad un'altra generazione. Se ci
limitiamo ai romanzi, ha scritto, dal 1962,
sedici opere. Ma la sua attività letteraria è molto più ampia. Anche lei ha
collezionato vari riconoscimenti ufficiali, fra cui lo Strega nel 1999. Ha pubblicato con Einaudi, Bompiani, Rizzoli, Mondadori.
Con Laura Di Falco (pseudonimo di Laura
Carpinteri), nata nel 1910, entriamo in limbo letterario che solo adesso si sta
cominciando a squarciare. A suo tempo -negli
anni '50 e a seguire- godette dello stesso favore che ha accompagnato le più
giovani scrittrici sopra citate: due volte finalista allo Strega (1959 e 1976),
ha ricevuto in extremis il premio Vittorini. Al suo attivo ci sono nove romanzi,
di cui alcuni in corso di riedizione. In vita ha pubblicato con Mondadori e con Rizzoli.
Livia De Stefani, palermitana, classe 1913, è stata insignita anche lei di
riconoscimenti. Ma con lei il tempo è stato impietoso: non ha neanche una voce
su Wikipedia, malgrado il consenso ottenuto dal suo primo romanzo, La vigna di uve nere, Mondadori 1953. Cinque i romanzi al suo attivo (scritti fra il 1953 e
il 1991), più due volumi di racconti. Ha pubblicato con Mondadori, Rizzoli e Vallecchi.
Per finire, eccoci a Teresa Carpinteri. È la sorella più anziana (1907) di Laura Di
Falco. Meno prolifica delle scrittrici precedenti (solo 5 romanzi, scritti fra
il 1959 e il 1983), anch'essa premiata in vita, il suo ricordo nel mondo d'oggi è ormai molto flebile. Ha pubblicato con Carucci, Sciascia e Flaccovio.
Ma le assonanze fra queste 6 autrici che in
sequenza coprono almeno tre generazioni (anteguerra: Carpinteri/De Stefani/Di
Falco; interguerra: Maraini; dopoguerra Cutrufelli/ Grasso/La Spina) non finiscono qui. Anzi. È impressionante, a
ben vedere, quante assonanze si possano identificare.
Adottando un punto di vista più tipico
dello storico sociale che non del critico letterario, ci chiediamo intanto a
che ceto sociale appartenessero.
Le sorelle Carpinteri e Di Falco
appartenevano a una famiglia più che benestante di proprietari terrieri. Livia De Stefani usciva dal ceto dei proprietari terrieri
di antico lignaggio feudale. Dacia Maraini era la
rampolla di una prestigiosa famiglia
siciliana.
Con Maria Rosa Cutrufelli, Silvana
Grasso e Silvana La Spina si entra nella contemporaneità e,
inspiegabilmente, le fonti (wikipedia) tacciono sull'origine familiare.
In compenso si dilungano sull'attività
professionale di tutte queste scrittrici.
E perciò veniamo a sapere che Teresa Carpinteri, dopo aver fatto seri studi universitari a
Catania e a Pisa, si trasferisce a Roma e si dedica all'insegnamento superiore,
scrivendo per diverse riviste letterarie.
La sorella, Laura Di Falco, dopo essersi laureata in filosofia
a Pisa, si trasferisce anche lei a Roma e anche lei si dedica all'insegnamento.
Pure Livia De Stefani sceglie di lasciare la Sicilia, dove ha
compiuto privatamente seri studi letterari, e si trasferisce a Roma, dove
collabora con riviste e quotidiani, dedicandosi anche a una intensa attività
editoriale.
La biografia di Dacia Maraini, a parte le vicende belliche in cui fu
coinvolta, non differisce dallo schema che abbiamo sommariamente tracciato:
trasferimento dalla Sicilia a Roma, intensa attività di collaborazione con
riviste prestigiose e poi l'attività scrittoria nel campo del romanzo e del
teatro.
Con la Cutrufelli il profilo
professionale si modernizza sensibilmente. Intanto studia in quella fucina di giovani
scrittori che, negli anni a seguire sarà l'università di Bologna e per giunta
studia con Luciano Anceschi, il padre spirituale del Gruppo '63. Essendo poi Maria Rosa del 1946, partecipa in
pieno all'epopea femminista degli anni '70 e quindi scrive molto di saggistica
e d'attualità. Smessi gli abiti della letterata pura, caratteristici delle altre
scrittrici siciliane più anziane di lei, scrive anche radiodrammi per la RAI.
Tuttavia, come le altre, volta le spalle alla Sicilia e va a vivere e a
lavorare a Roma.
Silvana Grasso ha invece più salde radici siciliane. Non
solo in Sicilia ci vive e ci insegna. Ma vi svolge anche attività politica.
Segno forse di una inversione di tendenza rispetto agli anni in cui la capitale
calamitava scrittori, registi, attori e persino critici. Di formazione umanistica
come le altre scrittrici che abbiamo biografato, eccelle nella traduzione di
classici greci.
Con Silvana La Spina il processo di allontanamento dalla capitale, fino ad allora prescelta
per le occasioni che offriva agli intellettuali del sud, si completa. La
scrittrice, che per parte di madre è di origine padovana, vive prevalentemente
a Catania, dove svolge fra le altre cose attività di opinionista.
Le vicende biografiche delle sei scrittrici
qui sommariamente riepilogate forse hanno suggerito l'idea di una cesura
generazionale. Si tratta ora di entrare in più intimo contatto con la carne
viva di cui sono fatte le sei scrittrici accumunate dallo studio di Donatella
La Monaca, e di vedere se la Sicilia è per tutte loro un comune denominatore
"forte".