gennaio 16, 2015

LA SICILIA RACCONTATA DA TERESA CARPINTERI



La Sicilia... la donna. Sono forse questi lo Scilla e Cariddi delle 6 autrici siciliane a cui Donatella La Monaca ha dedicato il saggio di cui abbiamo parlato in un altro post? E che noi stiamo qui rileggendo per ricavarne altri spunti e visualizzare altri scorci?

La domanda va messa necessariamente in standby, perché già il solo sbilanciarsi a parlare di letteratura femminista per alcune di queste scrittrici può scatenare  polemiche.
Procediamo perciò a piccoli passi e chiediamoci per cominciare: quanta e quale Sicilia c'è in queste sei autrici che, messe in fila una dopo all'altra, con la loro vita brillante, i loro premi, i loro successi editoriali occupano un arco di tempo lungo un secolo?




Teresa Carpinteri, la più "vecchia" del sestetto, è oggi in un cono d'ombra. Mentre la sorella, Laura Di Falco ha di recente ricevuto l'onore di riedizioni plurime (VerbaVolant), le opere di Teresa Carpinteri sono confinate  su scaffali polverosi (Mare Magnum ne è sprovvisto, ma c'è invece una copia della Dionea -del 1971- in un circuito alternativo).

Del 1959 il suo primo romanzo (La signora di Belfronte, premio Corrado Alvaro), del 1983 l'ultimo, Siracusa città fortificata.

Già questi due titoli suggeriscono il radicamento in terra siracusana della sua letteratura. D'altronde, pur vivendo sul continente, come la sorella, ella pubblicherà quasi sempre con Flaccovio.
Con la Signora di Belfronte (che uscì a un anno di distanza dal Gattopardo) siamo nella memorialistica familiare.
Con la Dionea, del 1971, l'autrice sceglie come voce narrante un pescatore di Ortigia e ci introduce in un mondo di desolazione e di delirio, con sullo sfondo l'immagine di una donna inquietante che porta il nome di una pianta carnivora. Troppo scarna l'antologia apprestata da Donatella La Monaca per capire dove va a parare il romanzo (un riassunto dell'opera avrebbe giovato). Ma basta per intuire che abbiamo di fronte una prosa raffinata e matura di grande interesse.

Il penultimo romanzo, L'Eringio, del 1978, è dedicato alla vita di una donna in rotta di collisione con il mondo familiare e alla ricerca di una identità autonoma. È la biografia romanzata della poetessa siciliana Mariannina Coffa Caruso. La voce narrante diventa questa volta, dunque, femminile. Ma più che l'impianto ottocentesco evidenziato da La Monaca (a cui siamo costretti a prestar fede), colpisce nelle poche pagine antologizzate l'urgenza di una presa di posizione polemica che a volte produce suoni stridenti.

Una scrittrice, Teresa Carpentieri, che, pur dando la sensazione di appartenere a un altro mondo, rispetto a quello letterario maschile di quegli anni, con i suoi conati sperimentali e/o militanti, fa scattare in noi la voglia postuma di conoscerla più da vicino.


SEI SCRITTRICI SICILIANE fra oblio e impegno civile



Cos'hanno in comune?


Teresa Carpinteri, Maria Rosa Cutrufelli, Livia De Stefani, Laura di Falco, Silvana Grasso, Silvana La Spina, Dacia Maraini.

Sono tutte siciliane. E sono tutte donne.
Può bastare? Evidentemente sì. O almeno, è bastato a Donatella La Monaca, giovane ricercatrice palermitana autrice di Scrittrici siciliane del Novecento (Flaccovio 2008).
Un libro utile  per chi non è siciliano e non conserva il ricordo di alcune di queste autrici, sulle quali è ormai calato il silenzio
Un libro utilissimo soprattutto per tutti coloro a cui a un certo punto prende il buzzo di andare a vedere se per caso  essere un'AUTRICE significa qualcosa di diverso dall'essere un autore.


Peccato solo che la nostra ricercatrice abbia precipitato le cose. Poteva fare un libro migliore. Nel saggio manca uno straccio di bibliografia. Per cui chi non conosce le autrici non è neanche in grado di capire se siano state solo delle stelle filanti nel firmamento letterario italiano o qualcuno fra i critici altolocati le abbia prese sul serio, sudando sulle loro pagine e sdoganandole dalla pura cronaca.

Ma oltre a quelli su elencati, altri significativi tratti accomunano le 6 autrici, suggerendo di rimbalzo, come vedremo, qualche interessante riflessione sul nostro sistema letterario.
Cominciamo ad elencarli, scusandoci in anticipo se qualcuno troverà un po' pedante questa ricognizione preliminare.

Oltre ad essere siciliane e donne, sono state tutte prolifiche autrici di successo, nel senso che hanno pubblicato ad abundantiam, si sono piazzate in svariati concorsi letterari e a volte sono state pluritradotte.

Silvana La Spina, che è una delle più giovani (potremmo dire che è figlia di questo tempo), nel suo paniere ha un premio Mondello, un premio Chiara, un premio Viareggio (finalista), un Grinzane Cavour, un premio Vittorini. I romanzi che ha scritto ad oggi, a partire dal 1987, sono undici. Pubblica con Bompiani e con Mondadori. Ha un suo blog.

Silvana Grasso, meno giovane (n.1952) anche lei ha collezionato un Mondello, due Grinzane Cavour, un Vittorini. I romanzi che ha scritto, a partire dal 1994, sono dieci. Pubblica con Einaudi e Rizzoli.

Maria Rosa Cutrufelli (n. 1946) è stata finalista al premio Strega e al premio Volponi e dal 1990 ha scritto sette romanzi. Ma la sua produzione letteraria è molto più vasta. Pubblica con Frassinelli, Mondadori, Longanesi, Marco Tropea etc.

Dacia Maraini (nata 1936) la più nota, appartiene già ad un'altra generazione. Se ci limitiamo ai romanzi, ha scritto, dal 1962, sedici opere. Ma la sua attività letteraria è molto più ampia. Anche lei ha collezionato vari riconoscimenti ufficiali, fra cui lo Strega nel 1999. Ha pubblicato con Einaudi, Bompiani, Rizzoli, Mondadori.

Con Laura Di Falco (pseudonimo di Laura Carpinteri), nata nel 1910, entriamo in limbo letterario che solo adesso si sta cominciando a squarciare. A suo tempo  -negli anni '50 e a seguire- godette dello stesso favore che ha accompagnato le più giovani scrittrici sopra citate: due volte finalista allo Strega (1959 e 1976), ha ricevuto in extremis il premio Vittorini. Al suo attivo ci sono nove romanzi, di cui alcuni in corso di riedizione. In vita ha pubblicato con Mondadori e con Rizzoli.

Livia De Stefani, palermitana, classe 1913, è stata insignita anche lei di riconoscimenti. Ma con lei il tempo è stato impietoso: non ha neanche una voce su Wikipedia, malgrado il consenso ottenuto dal suo primo romanzo, La vigna di uve nere, Mondadori 1953. Cinque i  romanzi al suo attivo (scritti fra il 1953 e il 1991), più due volumi di racconti. Ha pubblicato con Mondadori, Rizzoli e Vallecchi.

Per finire, eccoci a Teresa Carpinteri. È la sorella più anziana (1907) di Laura Di Falco. Meno prolifica delle scrittrici precedenti (solo 5 romanzi, scritti fra il 1959 e il 1983), anch'essa premiata in vita, il suo ricordo nel mondo  d'oggi è ormai molto flebile. Ha pubblicato con Carucci, Sciascia e Flaccovio.



Ma le assonanze fra queste 6 autrici che in sequenza coprono almeno tre generazioni (anteguerra: Carpinteri/De Stefani/Di Falco; interguerra: Maraini; dopoguerra Cutrufelli/ Grasso/La Spina)  non finiscono qui. Anzi. È impressionante, a ben vedere, quante assonanze si possano identificare.
Adottando un punto di vista più tipico dello storico sociale che non del critico letterario, ci chiediamo intanto a che ceto sociale appartenessero.

Le sorelle Carpinteri e Di Falco appartenevano a una famiglia più che benestante di proprietari terrieri. Livia De Stefani usciva dal ceto dei proprietari terrieri di antico lignaggio feudale. Dacia Maraini era la rampolla di una  prestigiosa famiglia siciliana.
Con Maria Rosa Cutrufelli, Silvana Grasso e Silvana La Spina si entra nella contemporaneità e, inspiegabilmente, le fonti (wikipedia) tacciono sull'origine familiare.

In compenso si dilungano sull'attività professionale di tutte queste scrittrici. 
E perciò veniamo a sapere che Teresa Carpinteri, dopo aver fatto seri studi universitari a Catania e a Pisa, si trasferisce a Roma e si dedica all'insegnamento superiore, scrivendo per diverse riviste letterarie.
La sorella, Laura Di Falco, dopo essersi laureata in filosofia a Pisa, si trasferisce anche lei a Roma e anche lei si dedica all'insegnamento.
Pure Livia De Stefani sceglie di lasciare la Sicilia, dove ha compiuto privatamente seri studi letterari, e si trasferisce a Roma, dove collabora con riviste e quotidiani, dedicandosi anche a una intensa attività editoriale.
La biografia di Dacia Maraini, a parte le vicende belliche in cui fu coinvolta, non differisce dallo schema che abbiamo sommariamente tracciato: trasferimento dalla Sicilia a Roma, intensa attività di collaborazione con riviste prestigiose e poi l'attività scrittoria nel campo del romanzo e del teatro.
Con la Cutrufelli  il profilo professionale si modernizza sensibilmente. Intanto studia in quella fucina di giovani scrittori che, negli anni a seguire sarà l'università di Bologna e per giunta studia con Luciano Anceschi, il padre spirituale del Gruppo '63.  Essendo poi Maria Rosa del 1946, partecipa in pieno all'epopea femminista degli anni '70 e quindi scrive molto di saggistica e d'attualità. Smessi gli abiti della letterata pura, caratteristici delle altre scrittrici siciliane più anziane di lei, scrive anche radiodrammi per la RAI. Tuttavia, come le altre, volta le spalle alla Sicilia e va a vivere e a lavorare a Roma.
Silvana Grasso ha invece più salde radici siciliane. Non solo in Sicilia ci vive e ci insegna. Ma vi svolge anche attività politica. Segno forse di una inversione di tendenza rispetto agli anni in cui la capitale calamitava scrittori, registi, attori e persino critici. Di formazione umanistica come le altre scrittrici che abbiamo biografato, eccelle nella traduzione di classici greci.
Con Silvana La Spina il processo di allontanamento dalla capitale, fino ad allora prescelta per le occasioni che offriva agli intellettuali del sud, si completa. La scrittrice, che per parte di madre è di origine padovana, vive prevalentemente a Catania, dove svolge fra le altre cose attività di opinionista.

Le vicende biografiche delle sei scrittrici qui sommariamente riepilogate forse hanno suggerito l'idea di una cesura generazionale. Si tratta ora di entrare in più intimo contatto con la carne viva di cui sono fatte le sei scrittrici accumunate dallo studio di Donatella La Monaca, e di vedere se la Sicilia è per tutte loro un comune denominatore "forte".